Un giovane amava una splendida fanciulla. Per ben due anni le scrisse ogni giorno, ma non ottenne mai risposta. Decise allora di farsi monaco e si ritirò in un eremo sperduto tra i monti.
Un giorno, alcuni anni dopo, vide giungere la fanciulla nel suo ritiro. Inginocchiandosi dinnanzi a lui, la giovane disse: "Ho errato. Finalmento ho compreso il tuo amore, ed eccomi, sono tua".
Il monaco rispose: "È troppo tardi. Ormai sono un monaco e ho soffocato il mio amore per te. Lasciami!".
Alcuni giorni dopo il monaco discese a valle a elemosinare del cibo nel villaggio. Gli abitanti non parlavano d'altro che della bellissima fanciulla dal nobile volto e dalle ricche vesti trovata morta nel fiume. L'avevano sepolta in un luogo appartato a cui era stato dato nome "Tomba dell'amore", pensando che si fosse uccisa per un amore infelice.
Il monaco comprese, si recò sulla tomba e là cantò questi versi:
Quando venisti a bussare al mio eremo
le foglie morte autunnali
giacevano rosse al suolo.
Dopo la tua partenza, il vento dell'autunno
le ha tutte disperse.
Non c'è nulla che permanga
e il mio povero eremo vale più di un palazzo.
Perché i nostri destini non si sono incontrati?
Un tempo soffrivo
mentre tu vivevi nella pace.
Oggi io sono entrato nella via della serenità
e tu soffri.
Tutti questi anni sono trascorsi come un sogno.
Alla nostra morte
nessuno ci segue nel sepolcro.
Nulla resta delle nostre illusioni:
a nulla servì soffrire, o piangere,
ora che sei morta.
Dunque ascolta insieme a me, semplicemente,
il vento che mormora tra i rami di pino.
Illuminazione per l'eternità.
Da "La tazza e il bastone - Storie zen narrate dal maestro Taisen Deshimaru"
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