mercoledì 21 novembre 2012

Il pescatore


Nelle acque immote come un lucido specchio,
nelle profondità della Wei guizzano temoli e carpe.
Me ne vago indolente, con la mia canna fedele,
e aggancio l'amo sulla riva del fiume.
Una brezza gentile sfiora il bambù
facendo fluttuare i miei tre metri di filo.
Se il corpo ristà nell'attesa del pesce che abbocchi,
il cuore va errando nella terra del Nulla.
Un tempo un uomo dalla barba canuta
pescava anch'egli a questa riva di fiume;
non di pesci pescatore ma d'anime,
a settant'anni prese Wenwang, re di Zhou (*).
Ma io, io quando calo il mio amo nell'acqua,
non ho in mente né pesce né uomo.
Non son buono a catturare una preda,
solo, mi godo i riflessi d'autunno sulle acque.
Quando son stufo, anche la pesca finisce,
e torno a casa dove attende la mia coppa del vino.


(*) Riferimento al leggendario saggio Tai Gong che sedette sulla riva del fiume a pescare fino a settant'anni, quando passò da quelle parti il re di Zhou, Wenwang, che ne fece il proprio consigliere.

AUTORE: Bo Juyi (白居易) 772 – 846 d.c. , poeta della dinastia T'ang


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